Un disturbo sempre più femminile?
Mal di testa frequenti, stanchezza, colorito pallido o spento sono i segnali tipici della carenza di ferro, un disturbo particolarmente diffuso tra le donne in età fertile. Nonostante una dieta sana e bilanciata, è importante tenere periodicamente sotto controllo i livelli di ferro, attraverso delle semplici analisi del sangue, soprattutto in quei momenti in cui il fabbisogno dell’organismo aumenta.
Le cause della carenza di ferro (in termini scientifici si parla di sideropenia) nell’organismo possono essere di natura patologica, quindi correlate a specifiche malattie, o di natura fisiologica, in seguito a determinate condizioni che comportano un maggior consumo di ferro da parte dell’organismo, oppure in seguito a comportamenti alimentari che ne causano un ridotto introito. La sideropenia è un campanello d’allarme da non sottovalutare perché, se non corretta, porta all’instaurarsi di una condizione clinicamente rilevante nota come anemia sideropenica.
Perché le donne sono più soggette a sviluppare una carenza di ferro?
Rispetto agli uomini, le donne sono più inclini a sviluppare una carenza di ferro, in particolare durante l’età fertile, per diverse ragioni, come ad esempio il ciclo mestruale più abbondante (ipermenorrea) e l’aumentato fabbisogno durante la gravidanza. Questo non significa tuttavia che gli uomini siano “immuni” da questa problematica, infatti, possono sviluppare una condizione di sideropenia, legata soprattutto allo sviluppo nell’età adolescenziale.
In generale, si stima che il 25% della popolazione mondiale soffra di anemia, problematica diffusa soprattutto tra i bambini e le donne in gravidanza. Nei Paesi maggiormente sviluppati l’incidenza dell’anemia sideropenica è del 3% tra gli uomini adulti e del 20% tra le donne, mentre sale addirittura al 50% tra le donne in stato di gravidanza, che, come vedremo in questo articolo, subiscono un importante aumento del fabbisogno quotidiano di ferro durante i 9 mesi di gestazione.
Quando le donne sono a rischio di una carenza di ferro?
In gravidanza vitamine e minerali sono essenziali. Durante la gestazione, il fabbisogno di ferro aumenta in modo considerevole, soprattutto nell’ultimo trimestre, perché deve soddisfare non solo l’organismo della futura mamma, ma anche lo sviluppo del feto. Il ferro, infatti, oltre che a promuovere la produzione di nuovi globuli rossi, è fondamentale al nascituro per garantire un adeguato peso alla nascita e favorire lo sviluppo cognitivo.
Una dieta varia e bilanciata è alla base del corretto apporto quotidiano di ferro, tuttavia in alcuni casi, l’alimentazione non è sufficiente a mantenere i normali livelli di ferro nell’organismo; dunque, la supplementazione con integratori specifici a base di ferro durante il periodo della gravidanza è fortemente raccomandata.
Nelle donne in età fertile, spesso si riscontra una carenza di ferro dovuta ad un ciclo mestruale abbondante (ipermenorrea), che comporta una perdita di sangue consistente, in alcuni casi superiore a 35 mL per ciclo. Il risultato di questa condizione è un’elevata perdita di ferro, che, di conseguenza, bisogna reintegrare attraverso la dieta. Tuttavia, ricordiamoci che solo il 5% del ferro contenuto negli alimenti vegetali viene assorbito, mentre la percentuale può aumentare fino al 20% negli alimenti carnei. Pertanto, nei casi in cui una corretta alimentazione non sia sufficiente ad integrare le perdite di minerale e a correggere lo stato di sideropenia, sarebbe opportuno utilizzare integratori alimentari a base di ferro.
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